giovedì 28 febbraio 2013

Fulmine assassino

Alle elementari ci insegnavano a temere le bombe e i fulmini.
Riguardo alle bombe, in ogni classe della scuola c'era un manifesto, con le immagini di alcuni tipi di bombe a mano, bombe d'aereo e mine, ed una volta all'anno il Brigadiere dei Carabinieri veniva a spiegare come evitare incidenti nel caso avvistassimo una bomba: assolutamente non giocare con la bomba, allontanarsi camminando all'indietro, gridare per attirare l'attenzione degli adulti.
Grazie a questi insegnamenti, tutti i bambini camminavano con gli occhi rivolti a terra, ognuno sperando di scoprire una bomba e diventare famoso.
Riguardo ai fulmini, il nostro Maestro ci spiegò l'importanza di contare i secondi tra il lampo ed il tuono, per stabilire quanto fosse vicino il pericolo di essere colpiti dal fulmine assassino; nessuno di noi aveva un orologio, ma il Maestro ci insegnò a ripetere la parola "capperi" con un certo ritmo, in modo che ad ogni cappero corrispondesse un secondo.
In tal modo le istruzioni per salvarsi dal fulmine assassino erano molto più divertenti.
- 10 capperi voleva dire più di 3 chilometri: smettere di giocare e correre dentro una casa o un "Madonnino"
- 5 capperi: se eri in una casa, chiudere le finestre e le porte, se eri fuori casa, cercare un gruppo di alberi, non uno isolato, e sperare che, tra tanti alberi, il fulmine assassino non colpisse proprio il tuo
- Meno di 5 capperi e fuori di casa? Accovacciarsi.... E cominciare a pregare.
Se non sapete cos'è un "Madonnino", ve lo dico: si tratta di quelle piccole cappelle di due o tre metri quadrati, molto numerose nella campagna senese. Dentro ognuna, c'è una statuetta o l'immagine della Madonna (per avere protezione religiosa) e fuori due o tre cipressi per intercettare i fulmini eventualmente troppo vicini (per avere protezione laica).
Ma gli insegnamenti più interessanti erano le storie delle nonne.
Come la storia di un fulmine che cadde su una processione, e tra tutte le persone colpì una certa signora, l'unica che non si era tolta dal dito l'anello da sposa.
O la storia di un contadino sciocco, che si era rifugiato sotto un albero: il fulmine colpì l'albero e incenerì completamente i capelli e i vestiti del contadino, il quale tornò a casa nudo e pelato (ma con le scarpe...).
La storia più bella era quella che raccontava mia nonna.
Quando era bambina, un fulmine globulare entrò in casa attraverso il camino, e si mise a correre sul pavimento; tutti, terrorizzati, salirono sulle sedie o sul tavolo !
Allora, il nonno della nonna, che era un uomo molto coraggioso, si mise la pipa in bocca, si alzò dalla sedia e aprì la porta di casa.
Il fulmine assassino uscì fuori e andò a morire nello stagno delle oche.

3 commenti:

  1. Capperi che storia incredibile! Ciao, Arianna

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  2. Ciao, piacere che ti sia piaciuta !
    Danilo

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  3. ma è meraviglioso questo blog!Sono una ammiratrice di tua moglie, ma anche tu sei speciale!

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