venerdì 3 maggio 2013

Carta a lettura facilitata

Eccola. Lunghe strisce di carta bianca, con righe per facilitare la lettura e i forellini sui lati per essere trascinata dalle stampanti.
Una trentina d'anni fa, l'Elaboratore Elettronico divenne il Re delle Aziende.
Dati su dati affluivano nelle sale di elaborazione, dette Centri Meccanografici, dove stuoli di impiegati li digitavano dandoli in pasto al Re Elaboratore; Lui ne ricavava statistiche, ordini, buste paga e tutti quei moduli che servivano per far girare le informazioni dentro e fuori dall'azienda.  Principalmente ne ricavava statistiche, che tramite le stampanti meccanografiche venivano stampate su carta a lettura facilitata, e distribuite ad altri impiegati di altri settori dell'azienda.
La FIAT aveva decine di Elaboratori, centinaia e centinaia di stampanti, e stampava milioni di fogli a lettura facilitata: il pacco da 2.000 fogli veniva estratto dalla scatola, messo dentro la stampante meccanografica, all'uscita i fogli erano impacchettati e affidati ai fattorini per il recapito ai vari uffici.
Qui venivano letti (almeno una volta...) dagli impiegati, e poi accatastati lungo le pareti dell'ufficio, per eventuali, improbabili, future necessità; quando vennero di moda gli uffici con le pareti di vetro, questi pacchi di carta impilata erano l'ambitissimo e unico modo per avere un po' di privacy !
Ovviamente la gara di appalto per la fornitura della carta a lettura facilitata valeva un mucchio di soldi, e le tipografie combattevano all'ultimo centesimo per presentare l'offerta vincente.
Come rappresentante di una tipografia, avevo vinto le gare degli ultimi 3 anni, ma nel 1984 sentivo di non avere i prezzi adeguati per vincere. Che fare ?
Da tempo le cartiere producevano carta riciclata : era grigiastra, ruvida, porosa, ma costava poco e andava bene per farne rotoli di carta asciugamani, o carta igienica, o carta da imballaggio.
Con i tecnici della mia tipografia, convincemmo una cartiera a tingere di verdolino la carta ricilata grigia, e a ... "lisciarla", cospargendola di uno strato sottilissimo di cera; stampammo questa carta con righe azzurrine e voila', potevamo presentare una offerta di carta a lettura facilitata ad un prezzo di almeno il 30% piu' basso degli altri !
Naturalmente fui convocato immediatamente dall'Ufficio Acquisti, per fornire spiegazioni, e credo di aver fatto allora la mia migliore performance da venditore.
La presi alla larga, descrivendo i danni che il pianeta stava subendo a causa della deforestazione, descrivendo lo spreco enorme della preziosa cellulosa, fino ad arrivare all'obiettivo: questa, Signori, e' carta per stampare statistiche, fa risparmiare un bel po' di soldi, comprandola mostrerete la vostra sensibilita' ai problemi dell'ambiente.
E cosi' la Fiat compro' la Carta a Lettura Facilitata Riciclata !
I problemi, per me, cominciarono dopo le prime consegne, sottoforma di contestazioni telefoniche assai vivaci da parte degli operatori alle stampanti: la carta si strappa nelle stampanti perche' e' fragile, si accartoccia perche' e' molle, e via via crescendo, qualcuno arrivo' a dire che puzzava !
Mi precipitavo dai contestatori, con il timore di aver fatto uno sbaglio tremendo e di essere radiato dall'albo dei fornitori, e cercavo una possibile soluzione, chiedendo suggerimenti agli stessi operatori. Accadde allora un fenomeno strano: in ogni Centro Meccanografico ci fu qualche operatore geniale che escogito' un modo per far funzionare la falsariga riciclata, me lo mostro'con orgoglio affinche' diffondessi la lieta novella negli altri Centri, ed il ... gioco mi permise di portare avanti il contratto per tutto l'anno. Qualcuno scopri' che mettendo i pacchi di carta vicino ai termosifoni, l'umidita' evaporava, e la carta funzionava bene (diciamo che funzionzva meglio...) quando veniva messa nelle stampanti. Qualcuno scopri' che spruzzando acqua sul pacco la carta prendeva umidita', e quindi funzionava meglio. Un altro scopri' che alzando la stampante di mezzo metro con delle pedane la carta aveva piu' spazio per ripiegarsi dopo la stampa, e cosi' non si accartocciava. Ma la soluzione piu' geniale venne da un operatore di Cassino, il quale scopri' che la catenella degli sciacquoni poteva essere incerottata dentro la stampante in modo che sfiorasse la carta in uscita, costringendola a piegarsi a soffietto e privandola della carica elettrostatica. Geniale ! Mi affrettai a divulgare l'invenzione, e dovunque fu adottata. Credo che quell'anno la FIAT abbia dovuto sostituire una quantita'abnorme di catenelle da sciacquone, misteriosamente sparite dal loro luogo di utilizzo... Comunque, come detto, il contratto ando' a buon fine. E l'anno dopo ? L'anno dopo le centinaia di stampanti meccanografiche furono sostituite da qualche decina di velocissime stampanti laser, che non potevano assolutamente lavorare con carte riciclate, ed il numero di fogli stampati si ridusse a meno di un quinto, perche' negli uffici installarono i terminali video: niente piu' pacchi di statistiche su carta, ma schermate di dati. E centinaia di operatori dei centri meccanografici e di fattorini interni furono prepensionati o adibiti ad altre mansioni. Il progresso e' come la pioggia: e' un bene che ci sia, ma inevitabilmente a qualcuno rompe le scatole.

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