Ce l’avevo fatta, in barba alle pattuglie della Federazione.
Ero emerso dall’iperpazio quasi addosso al quinto pianeta di
C27U9, mi ero fiondato giù con la scialuppa nella zona notte, avevo individuato
la miniera (evviva la mappa che avevo vinto ai dadi a quel vecchio rudere di un
Oxy !) ed in poche ore avevo raccolto un paio di quintali di Pinzimonio, il
non-metallo iperconduttore con il quale si fanno i più sofisticati
circuiti elettronici.
E poi via, per tornare alla mia Nave prima che la notte finisse,
stivare il raccolto nel terzo container e mettermi ai comandi per la
procedura di partenza.
La mia Nave è conosciuta come “Bruco” in tutti gli
spazioporti della Galassia. Ha la testa, un vecchio yacht col motore
potenziato, e dietro traina una serie di container, dove tengo stivati i miei
tesori.
Sono un meccanico indipendente, vado dove mi pare e aggiusto
quello che mi pare, e di lavoro ce n’è ragazzi, in tutti gli spazioporti: non
sono molti quelli che possono spendere nelle Officine Autorizzate, e poi ci
sono quelli che hanno esigenze che è meglio non far sapere agli sbirri della
Federazione…
Sto per premere il pulsante dell’iperspazio quando nell’angolino
in alto a destra del radar mi compare qualcosa che non dovrebbe esserci.
Indago, sono fatto così.
E in pochi minuti passo attraverso tutti gli stati d’animo.
Oddio, è una Pattuglia…. No, troppo grossa.
E’ un incrociatore da battaglia della Federazione…. Sono fritto.
Però sta fermo … ingrandisco… è pieno di buchi… Perbacco, è morto.
Se è un rottame di qualche battaglia con i Mondi Liberi
Riuniti, è la volta che divento ricco, sai quanto vale in rottami una bestiola
così ?
Vado a vedere… Cribbio, c’è qualche oblò illuminato a prua,
zona plancia… La radio gracchia… una voce di donna: “Qui è l’incrociatore da
battaglia Tempestoso, della Federazione Galattica: identificatevi
immediatamente e accostate !”
C’è qualcosa di stonato, penso per un microsecondo e rispondo “Calma
sorella, da quando in qua i trabiccoli della Federazione non accostano ma
chiedono di essere accostati ? Mi sembrate messi maluccio e io non accetto
ordini, conto fino a cinque e me la squaglio”
Il tono cambia subito “Abbiamo qualche problema… che stiamo
risolvendo… siete dei civili… dove siete diretti ?”
Occhei, non è un rottame da prendere ma qualcosa ci posso
ricavare. Assumo un tono ufficiale: “Apparteniamo alla gilda dei meccanici
(balla n. 1), alla Base ci stanno aspettando (balla n. 2), serve aiuto per
risolvere i … vostri problemini ?”
Va bene, ci mettiamo d’accordo per un’ispezione ai danni: mi
avvicino ed io, uno di noi (balla n. 3 perché sono solo), esco e vado con la
scialuppa monoposto verso uno squarcio a poppa dell’incrociatore. Entro e
cammino, raggiungo la zona ancora a tenuta stagna e mi fanno entrare in
plancia.
Wow che macello ! Qua è tutto scassato e frantumato, e non
ci sono più di dieci membri dell’equipaggio, cinque terragni, due tubi
trasparenti di Oxy, qualche emiuomo di Sirio, difficile contarli perché si
sdoppiano e si riuniscono continuamente.
La capa in uniforme avrà trecento anni ma è dritta come un fuso e
imperiosa. Dico: “Ciao sorella, dammi la piantina della nave che faccio
un giro, cominciando dalla sala macchine”. “Nessuna pianta, ti ci porto io e
non sono tua sorella”.
Ecco, fine del giro, siamo di nuovo in plancia, dove hanno
fatto una specie di caffè, e questa è la situazione:
“Tutti e due i giroscopi fottuti, uno è riparabile con i
pezzi dell’altro, nel motore atomico si è aperto un buco attraverso il quale le
barre di uranio sono volate via, volendo ho delle barre di scorta per sostituirle, il cervello di
bordo è scioccato e tonto come una mucca tonta, dovrei isolare tutti i sensori
non necessari e riprogrammarlo, le piante idroponiche sono quasi tutte morte:
mission impossibile, avete 72 ore di aria. Meglio che veniate a bordo del Bruco, vi attrezzo un
container, magari… ecco, magari prendo il Tempestoso a rimorchio della MIA (e
sottolineo MIA) nave”.
La capa mi trapassa con gli occhi “No, noi la nave non l’abbandoniamo
(e sottolinea…perché non è gnugna ed ha capito al volo che… una nave abbandonata e rimorchiata
appartiene a chi la rimorchia). Invece tu in 72 ore ripari i guasti, noi ti
aiutiamo, partiamo e riportiamo alla base la nave e ….(pausa ad effetto) la sua
cassaforte”.
Ci penso su un attimo, ovviamente non è il business della
mia vita, ma le navi della Federazione, si sa, hanno ricchezze a bordo, se non
altro gli stipendi dell’equipaggio e quindi, meglio di niente…e poi io non so
dire di no, sono fatto così.
“Va bene nonnina, divido l’equipaggio in squadre e le distribuisco a fare i lavori preliminari, così io mi occupo solo del
difficile”. “Va bene, e non sono tua nonna, e le squadre le faccio io”.
60 ore senza un attimo di respiro, metti la tuta, togli la
tuta, leva questo e collega quest’altro…C’è una terragna piuttosto sveglia che
mi aiuta molto, è una rossa con gli occhi verdi, e del fatto che è sveglia me ne accorgo quando la carico nella
scialuppa monoposto per andare a prendere le barre d’uranio nel container: ci
mettiamo 35 minuti, anziché 15.
Alla fine sono esausto, devo dormire qualche ora prima di
riprogrammare il computer, chiedo dov’è che posso andare a riposarmi e la nonnina
sorride a tutta bocca (dio quant’è furba !): “le camere dell’equipaggio sono disastrate,
milord, accomodati nella mia, puoi anche fare una doccia, e fra tre ore vengo
io a svegliarti”.
Ed eccomi davanti al Cervello tonto, che ha la voce
strascicata da cameriere inglese e la prosopopea da robot-so-tutto-mi. Mi da ai
nervi e gli cambio subito la voce, una bella voce calda da cantante di soul.
Ci vogliono sei ore per staccare il cervello da tutte le
parti non funzionanti e non essenziali del Tempestoso, e qualche difficoltà a
fargli capire che l’unico giroscopio deve funzionare al contrario: se vuoi
andare a destra devi girarlo verso sinistra.
Bene, ho finito, e anche le colture idroponiche funzionano, c'è aria a volontà. “Allora, ammiraglio, vogliamo dare una
sbirciatina a questa cassaforte ?”.
E’ formale, la vecchia ragazza, e mi porge un modulo: “Bene
figliolo, la Federazione ti sarà grata per aver salvato il Tempestoso. Ecco,
compila il modulo, mi raccomando, scrivi bene il tuo IBAN, e vedrai che a breve riceverai un
compenso adeguato”.
Rimango senza fiato, come un baccalà fuori dall’acqua: l’IBAN
io ? Per farmi beccare dalla Finanza della Federazione ? Avrei voglia di
strozzarla, la vecchia gallina, se non fosse che con la coda dell’occhio vedo
che tiene l’altra mano appoggiata al calcio del fulminatore…
E va bene, scoppio a ridere, piglio il modulo e lo strappo, giro sui tacchi e
me ne vado.
Sono di nuovo in cabina, nel Bruco, guardo il Tempestoso che
sta scomparendo nell’iperspazio e mi accingo a partire anch'io.
Anche stavolta non sono riuscito a diventare ricco, ma che
ci volete fare, sono fatto così.
C'è una sottile ironia in questo racconto...spaziale! Ciao, Arianna
RispondiEliminaCiao,
RispondiEliminaanche tu tifosa della Juve ?!
Siamo troppo forti...